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La venuta del Signore

Entriamo con questa domenica nel tempo d’Avvento, il tempo dell’attesa e del vegliare che ci condurrà fino al Natale di nostro Signore. La liturgia odierna ci invita a meditare un brano di Vangelo dai tratti apocalittici: «Si solleverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi: ma tutto questo è solo l’inizio dei dolori». Le immagini che l’evangelista ci offre hanno la durezza della guerra e la drammaticità del dolore, immagini che fino a qualche mese fa potevano sembrare lontane dal nostro vissuto, ma che i mesi del conflitto in Ucraina hanno riportato ai nostri occhi. Ciò che per tanto tempo ci è parso appartenere al passato o a terre lontane, è tornato prepotentemente ad abitare accanto a noi nel presente.
Di fronte alla devastazione e alla distruzione, che mettono in agitazione il nostro cuore e fanno smarrire il nostro orientamento, e a il Signore ci mette in guardia: ci invita a non perdere la speranza e a ricordarci della sua presenza accanto a noi, il Figlio dell’uomo non ci abbandona mai e verrà per donarci la salvezza. La paura non deve avere il sopravvento, il cambiamento e la caduta di ciò che sembrava più solido delle pareti del tempo, non sono la fine ma un tratto del cammino.
Il Signore ci chiede, inoltre, di non cadere nella rete intessuta dai falsi profeti, che vogliono solo ingannarci, farci dimenticare la storia della salvezza nella quale siamo inseriti. I falsi profeti non si distanziano molto da chi oggi attraverso il web o i mezzi di comunicazione tradizionale diffonde false notizie, confondendo il pensiero di tante persone, riempiendo la loro testa di bugie e mezze verità, che mostrano sempre e soltanto una piccola porzione della realtà, prestando attenzione a lasciare in ombra tutto ciò che non supporta il loro pensiero. Viviamo un’epoca in cui siamo sommersi da messaggi di ogni tipo, una comunicazione assordante che non fa altro che rendere più difficile l’ascolto selettivo delle diverse voci. Si rischia di confondere tutte le voci e di dimenticare la differenza tra la Parola e le parole. Abbiamo bisogno di fermarci e di fare silenzio, per tornare a riconoscere quell’unico Verbo che ci conduce alla gioia piena, che non desidera altro che farci sentire pienamente amati e mai abbandonati.
In questa prima settimana di Avvento proviamo a creare il contesto migliore per riconoscere le fonti dei messaggi che riempiono la nostra vita ogni giorno, liberiamoci dai pensieri inutili, riduciamo il tempo su quelle piazze digitali che non offrono contenuti attendibili, impariamo a vivere alcuni minuti al giorno di silenzio, ne bastano pochi, magari fermandoci nella chiesa vicino a casa o al luogo di lavoro. Solo in questa maniera sapremo attendere Colui che viene; non sarà un semplice aspettare passivo, ma una attesa vigile di chi non si fa sopraffare dalla stanchezza del sonno e non crede a ogni voce che urla «Ecco il Signore». L’Avvento sarà tempo di discernimento di ciò che accade attorno a noi e dentro di noi, tempo per rafforzare la nostra fede e non lasciarci spaventare dai drammi dell’umanità.

 

10 novembre 2022
fonte Famiglia Cristiana

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